Il progetto VIR2EM: intervista a Gian Antonio Susto

Il Progetto VIR2EM (VIrtualization and Remotization for Resilient and Efficient Manufacturing, Virtualizzazione e remotizzazione per una manifattura efficiente e resiliente) si propone di utilizzare strumenti di virtualizzazione di processi, sistemi, risorse e di remotizzazione delle operazioni al fine di:

  • massimizzare l’efficienza dei sistemi produttivi in condizioni di normale operatività;
  • mantenere operatività in caso di situazioni emergenziali;
  • facilitare il riavvio delle operazioni a valle di situazioni emergenziali garantendo flessibilità e capacità predittiva.

Scopri il nostro approfondimento sul tema.

Quali sono stati i principali output del progetto?

Il progetto ha prodotto 3 tipologie di risultati:

1) 19 Pubblicazioni scientifiche accettate o presentate in conferenze internazionali e in riviste scientifiche di prestigio, che rappresenta un numero altissimo per un progetto di natura industriale. Ad inizio progetto, la parte accademica del consorzio si era dato un target di 5 pubblicazioni: questo target è stato quasi quadruplicato a dimostrazione non solo del grande impegno di tutti i ricercatori coinvolti, ma soprattutto dell’ottimo lavoro svolto da tutti i partner di progetto, sia accademici che industriali.

2) Ben 10 prototipi sono stati sviluppati nei 2 anni di progetto, anche questo un numero altissimo per la natura del progetto, con diversi partner industriali mediamente impegnati in più di un prototipo. L’alto numero di prototipi è stato voluto sin dall’inizio dal consorzio: questo per consentire di aver risultati tangibili e dimostrazioni chiare che le tecnologie sviluppate possano essere di immediata implementazione e di impatto. Fra i vari prototipi, ne cito 3 a titolo d’esempio:

  • Il sistema sviluppato da Zamperla ed XTeam per garantire agli operatori del service di raccogliere in real time tutte le informazioni relative a sensoristica e manutenzioni associate alle proprie attrazioni.
  • I sistemi di supporto alle decisioni, sviluppati da Statwolf in collaborazione con Galdi, Sperotto Rimar, Zamperla e l’Università di Padova. Questi sistemi consentono di analizzare i dati relativi a macchinari e produzione complessi. Grazie ad algoritmi allo stato dell’arte di riconoscimento anomalie, questi sistemi consentono di identificare anomalie ‘nascoste’ nelle grosse moli di dati. Gli utilizzatori sono infine guidati nel trovare la causa di eventuali fault, consentendo agli operatori di risolvere situazioni di degrado o rottura in poco tempo.
  • Infine, il digital Twin funzionale sviluppato dall’Università degli Studi di Verona. Questo digital twin consente di modellizzare un’intera linea di produzione pilota, consentendo di fare scelte di design intelligenti, definendo macchine e processi ottimizzati; non solo, grazie a questo prototipo di digital twin è possibile non solo governare al meglio una linea, ma anche trasformarla, vedendo l’impatto dell’aggiunta o rimozione di alcuni componenti.

3) Il terzo risultato è stato sicuramente la contaminazione: durante il progetto, aziende di settori diversi, ma con problemi e obiettivi comuni, si sono trovate assieme e si sono aiutate a vicenda, trasferendo da un settore all’altro best practice e soluzioni. Diverse iniziative durante il progetto sono state portate avanti per garantire che i risultati fossero noti all’interno delle reti innovativi regionali (anche fra aziende ed enti non partecipanti ai progetti) e nel territorio.

Rispetto ai progetti precedenti, in questa occasione la Regione ha imposto una collaborazione tra più reti. Come valuta questa novità?

Sicuramente positiva. Il consorzio del progetto VIR2EM era composto da 14 partner, prevalentemente della RIR IMPROVENET, a cui però si sono aggiunti partner della RIR AIR (la cui mission è l’innovazione nel settore Aerospace). Le competenze portate dai partner della RIR AIR su tematiche di cybersecurity sono state di grande valore aggiunto: tali competenze, seppur complementari a quelle dei partner di IMPROVENET, sono state naturalmente integrate nel progetto con un’ottima sinergia fra i partner delle 2 RIR.

Il progetto ha favorito una reale azione di networking tra aziende e università? Sono stati coinvolti nuovi player?

Nella RIR IMPROVENET, aziende e università collaborano quotidianamente anche al di fuori dei progetti di rete, tuttavia il progetto VIR2EM ha consentito di portare avanti tematiche di enorme interesse in maniera più estesa. Rispetto ai progetti passati (ADMIN 4D e PREMANI) sono stati coinvolti diversi nuovi player: Beantech, Qascom (della RIR AIR), SIPA, XTeam, Uqido, Zamperla.

Le Reti Innovative Regionali hanno superato la fase di avviamento e si stanno sempre più consolidando. Stanno realmente supportando le sinergie Università-Impresa? Dal suo osservatorio ritiene che vi sia un processo di maggiore consapevolezza delle imprese venete verso processi di Open Innovation? E, d’altra parte, come si sta evolvendo il ruolo dell’Università nei confronti della terza missione?

Ritengo che il ruolo delle RIR sia fondamentale per il trasferimento di conoscenza fra Università e Impresa così come fra diversi settori industriali, accumunati però dalle stesse sfide tecnologiche, come l’Intelligenza Artificiale e l’Internet of Things.

Penso che i risultati del progetto VIR2EM sopra descritti parlino da soli circa l’ottimo operato delle RIR, grazie secondo me a due fattori fondamentali:

  • L’essere stati in grado di identificare, grazie al costante dialogo, un tema di estremo interesse sia per l’accademia che per l’industria, che in questo momento storico è tuttavia ancora più rilevante, trattandosi di tecnologie che hanno un impatto estremamente positivo in termini di sostenibilità.
  • L’aver trovato un consorzio di partner, di diversi settori, ma con obiettivi comuni e competenze complementari. Lo spirito collaborativo e la generosità di tutti i partner nell’essersi fortemente impegnati nel progetto hanno sicuramente dato dei risultati di cui tutti noi siamo estremamente orgogliosi.

Tali fattori di successo sono sicuramente agevolati dalle strutture delle RIR, dove, nonostante i ricambi di player, si riescono a creare presupposti di dialogo e scambio costanti.

Riteniamo infine, anche grazie a queste iniziative, come il ruolo dell’Università si stia evolvendo verso una maggiore attenzione verso la terza missione. A supporto di questa tesi, si cita il Progetto Terza Missione dell’Università di Padova che promuove fasi di scambio con il territorio e le imprese sicuramente ispirate dall’esperienza dei progetti di reti e delle attività di dissemination connesse.

Quali sono le strategie future della RIR? Quali saranno gli asset principali su cui si concentreranno i nuovi progetti?

La RIR IMPROVENET si concentrerà sicuramente nello sviluppare e promuovere le tecnologie dell’Information Technology in ambito industriale e nello scenario Internet of Things nell’ottica dell’Industria 5.0. L’industria 5.0 si distingue per una marcata attenzione all’essere umano che dev’essere protagonista e padrone di queste tecnologie, non subendole. In quest’ottica, si promuoveranno ad esempio:

  • approcci di Intelligenza Artificiale ‘interpretabili’, che consentiranno agli sviluppatori una maggior efficienza nel design e agli utenti una maggior facilità nel decision making e fiducia nell’adozione di tali tecnologie;
  • soluzioni di robotica collaborativa;
  • approcci data-driven per lo sviluppo di nuove funzionalità e servizi nello scenario internet of things con particolare attenzione all’utente.

Un messaggio alla Regione, che proprio quest’anno dovrà dare avvio ai nuovi bandi per le RIR.

L’edizione del 2020 dei bandi RIR aveva diversi elementi positivi che hanno favorito un’ottima partecipazione e interesse da parte delle aziende, disposte a partecipare con iniziative e tematiche ambiziose. Si auspica quindi che il nuovo bando segua quanto fatto 3 anni fa, soprattutto per quanto concerne le percentuali di finanziamento e l’utilizzo di costi standard al fine di semplificare gli oneri amministrativi, percepiti purtroppo, specie dai nuovi partner industriali, come un’attività ancora molto complessa.

VIR2EM: soluzioni di virtualizzazione e remotizzazione

OBBIETTIVI

Il Progetto VIR2EM (VIrtualization and Remotization for Resilient and Efficient Manufacturing, Virtualizzazione e remotizzazione per una manifattura efficiente e resiliente) si propone di utilizzare strumenti di virtualizzazione di processi, sistemi, risorse e di remotizzazione delle operazioni al fine di:

  • massimizzare l’efficienza dei sistemi produttivi in condizioni di normale operatività;
  • mantenere operatività in caso di situazioni emergenziali;
  • facilitare il riavvio delle operazioni a valle di situazioni emergenziali garantendo flessibilità e capacità predittiva.

Scopri la nostra intervista sul tema.

RISULTATI

Le attività del progetto sono culminate nella creazione di 10 prototipi:

Prototipo 1

Un sistema multi-utente e collaborativo di Realtà Aumentata per assistere operazioni di manutenzione da remoto su sistemi meccatronici destinati all’industria dell’intrattenimento.

Prototipo 2

Un sistema basato su realtà mista (MR) a supporto degli operatori impiegati nelle attività del laboratorio di collaudo statistico “Genesi” per i frigoriferi prodotti presso lo Stabilimento produttivo Electrolux di Susegana.

Prototipo 3

Lo scopo del prototipo è la virtualizzazione delle risorse di calcolo. Tale sistema è stato sviluppato implementando una nuova architettura in sostituzione alle tradizionali workstation fisiche con una configurazione che si basa sulla centralizzazione delle operazioni di calcolo su uno o più server.

Prototipo 4

Il prototipo consiste in una soluzione di monitoraggio capace di integrare il dato, elaborarlo mediante soluzioni data-driven diagnostiche e prognostiche ed esporre i risultati agli utenti in modo da rendere il processo decisionale più efficace ed efficiente.

Prototipo 5

Il prototipo ha l’obiettivo di dare ai gestori e ai progettisti di un parco di divertimenti uno strumento che permetta di simulare diverse situazioni di afflusso in funzione di vari parametri (orario, punteggio associato alle giostre, quantità di visitatori con prenotazione e con biglietto fastpass, etc.). Inoltre, gestori e progettisti possono simulare situazioni estreme e capire in anticipo le criticità.

Prototipo 6

Questo prototipo consiste in un’architettura software in grado di ottenere una serie di funzionalità dalle macchine SIPA, in parte raggruppabili sotto il cappello dell’asset monitoring.

Prototipo 7

Questo prototipo consiste in un Hardware Security & Timing Module (HSTM), un dispositivo che svolge operazioni crittografiche e di timing nonché effettua operazioni di cifratura e gestione di chiavi su hardware.

Prototipo 8

Il sistema consiste in una rappresentazione digitale (Digital Twin) di una linea di produzione reale. La linea è fisicamente realizzata all’interno di una struttura dell’Università di Verona, chiamata “Laboratorio per l’Industrial Computer Engineering (ICE)”. Inoltre, lo sviluppo ha anche tenuto in considerazione la possibilità di connettere la simulazione all’ambiente fisico, per poter essere sincronizzata con la produzione in atto.

Prototipo 9

Si compone di una dashboard per l’assessment e la mitigazione del rischio nei contesti DevOps. Il tool costituisce un componente aggiuntivo di un sistema Cyber Security Management System (CSMS). Seguendo la metodologia Plan-Do-Check-Act (PDCA), offre un presidio continuo e puntuale sulle problematiche di sicurezza attraverso l’integrazione di analisi olistica e analisi del codice sorgente.

Prototipo 10

Sviluppo di una piattaforma di raccolta dati e di sintesi per l’analisi dell’impatto delle tecnologie di remotizzazione sui modelli di business. La web application sviluppata può erogare questionari alle imprese, con lo specifico scopo di raccolta informazioni nonché definizione e monitoraggio KPI.

Maggiori informazioni sul progetto e scheda tecnica.

WEBINAR DIGITAL TWIN E SOFTWARE INDUSTRIALE PER UNA FABBRICA INTELLIGENTE E SOSTENIBILE

Il Cluster Fabbrica Intelligente di cui IMPROVENET è partner ha in programma il prossimo 20 settembre un webinar in collaborazione con il pathfinder Siemens.

Durante l’evento si parlerà di tecnologie di simulazione, PLM e MOM/MES, veri e propri pilastri della fabbrica del futuro.

Queste tecnologie consentono infatti di rendere la fabbrica del futuro più sostenibile verso tutti i suoi stakeholder, resiliente e riconfigurabile, permettendo di integrare la supply chain e di interagire con tutte le aziende della filiera in modo efficiente, efficace e tale da massimizzare il valore economico.

Parteciperà al webinar Siemens, leader mondiale in queste tecnologie, e recentemente diventata pathfinder del Cluster Fabbrica Intelligente, e ci saranno le testimonianze di tre interessanti esperienze industriali: AEC, Prima Industrie e Robopac.

I temi trattati saranno: Digital Twin di Prodotto, Digital Twin di Processo e Digital Twin delle Performance di produzione.

Per maggiori informazioni clicca qui.

OPEN INNOVATION CHALLENGE DI FABBRICA INTELLIGENTE

Il Cluster Fabbrica Intelligente con la sua XFactory – insieme al Lighthouse Plant Wärtsilä – propone una nuova Open Innovation Challenge per sviluppatori di codici e App che intendano interfacciarsi con veri impianti produttivi.

Wärtsilä Italia è parte integrante della Società finlandese Wärtsilä Corporation, leader mondiale nella fornitura di tecnologie e soluzioni per la propulsione navale e la generazione di energia pensate per l’intero ciclo di vita degli impianti sia per il settore marino che per il settore terrestre.

La sfida vede il riconoscimento dal MIUR per la competitività del manifatturiero nazionale 4.0 ed è rivolta a start-up, scale-up, MPMI italiane e istituti di ricerca.

Le realtà selezionate avranno modo di collaborare con un team in un progetto di avanguardia e misurare l’efficacia del nuovo prodotto con i dati reali di produzione e stipulare un contratto di fornitura con un’azienda prestigiosa da Gennaio 2022.

Inoltre, coloro i quali passeranno la prima fase di selezione a inizio Ottobre, avranno comunque visibilità attraverso i canali media del CFI e potranno partecipare ad un evento fieristico incontrando così altri possibili committenti.

Tutti i dettagli per partecipare a questo link: Open Innovation – Challenge – le sfide

La deadline è il 19 Settembre.

Per ogni richiesta di chiarimento potete scrivere a: cluster@fabbricaintelligente.it

OPEN INNOVATION: DI COSA SI TRATTA E PERCHE’ E’ IMPORTANTE PER IL SETTORE MANIFATTURIERO

Sentiamo sempre più spesso parlare di Open Innovation, ma prima di tutto capiamo di cosa si tratta realmente e perché è rilevante quanto parliamo di progetti innovativi.

Che cos’è l’Open Innovation?

Secondo la definizione del Prof. Henry Chesbrough, “l’open innovation è un paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche”. Per approfondire l’argomento riprendiamo l’analisi fatta dal Cluster Tecnologico Nazionale FABBRICA INTELLIGENTE, di cui IMPROVENET è partner.

Perché l’Open Innovation è importante nel settore manifatturiero?

La resilienza e la sostenibilità sono valori fondamentali e imprescindibili per un’azienda che vuole innovare continuamente, l’innovazione interna non è più sufficiente per essere competitivi e quindi è essenziale promuovere lo scambio di tecnologie e di conoscenza con partner esterni all’azienda stessa.

Al fine di raggiungere questi obiettivi ambiziosi è sempre più necessario inserirsi in reti più ampie ed entrare in un ecosistema intersettoriale, come quello che offre la Rete Innovativa Regionale Improvenet ad esempio.

Come riportato dal presidente di Cluster Fabbrica Intelligente, è importante “creare una condizione che favorisca la convergenza tra il mondo delle start-up e Pmi con quello delle aziende capo filiera: è questo lo scenario che permetterebbe alle piccole imprese di accedere all’universo delle grandi».

Il futuro dell’innovazione quindi passa dall’Open Innovation! Trovi l’articolo completo del Cluster Fabbrica Intelligente a questo link.

IMPROVENET è membro del Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente, un’associazione riconosciuta con l’obiettivo di attuare una strategia basata sulla ricerca e l’innovazione per la competitività del manifatturiero italiano; è’ l’unico tavolo al quale siedono contemporaneamente tutti i portatori di interesse coinvolti nelle sorti dell’industria italiana: aziende, associazioni di impresa, regioni, università ed enti di ricerca, istituzioni.