Approvato il Bando per le RIR che finanzia i progetti di Ricerca e Sviluppo

È stato pubblicato il Bando per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo realizzati dalle Reti Innovative Regionali e dai Distretti Industriali in attuazione dell’Azione 1.1.1 Sub A “Rafforzare la ricerca e l’innovazione tra imprese e organismi di ricerca” del PR Veneto FESR 21-27 che prevede una dotazione complessiva di 80 milioni di euro, 66.250.000 di contributi a fondo perduto e 13.750.000 di prestiti agevolati. 

Nello specifico, il provvedimento promuove l’azione dedicata al finanziamento di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale attuati da partnership composte da imprese e organismi di ricerca costituite in una delle forme disciplinate dalla L.r. n. 13/2014 ossia Reti Innovative Regionali (RIR), Distretti Industriali, Aggregazioni di Imprese.

Lo stanziamento per questo primo Bando è pari a euro 42.187.500,00 così ripartiti:

  • euro 31.250.000,00 di contributo a fondo perduto;
  • euro 10.937.500,00 di finanziamenti agevolati; questi ultimi suddivisi in euro 7.656.250,00 quale quota di provvista pubblica e in euro 3.281.250,00 quale quota di provvista privata messa a disposizione dai Finanziatori.

“Le Reti Innovative Regionali sono strumenti straordinari di crescita e sviluppo del nostro tessuto economico e sociale sulle quali stiamo investendo oramai da oltre un decennio. Crediamo fortemente che le RIR siano volani di sviluppo come, d’altro canto, lo sono i Distretti Industriali, più tradizionali forme di aggregazione comunque strategiche. L’impegno concreto di Regione del Veneto in questo caso si concretizza in un nuovo Bando destinato a una platea potenziale di circa 1.300 imprese e organismi di ricerca che già aderiscono alle Reti Innovative Regionali e di una stima di oltre 6.000 aziende che fanno parte dei Distretti Industriali. Puntiamo a sinergie per una crescita sostanziale del territorio”.

Così l’Assessore regionale allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato annuncia l’approvazione in giunta dell’iniziativa e precisa: “Abbiamo scelto di finanziare progetti dal forte impatto in termini di ricerca e sviluppo pre-competitivo, capaci di produrre risultati significativi per l’evoluzione tecnologica del sistema economico-produttivo del Veneto. Tutto questo in linea con le priorità strategiche fissate con la Strategia regionale per la specializzazione intelligente S3 Veneto 2021-2027, il principale documento strategico in cui sono individuate le priorità di ricerca e sviluppo con le relative sfide in termini di innovazione tecnologica”.

I progetti avranno budget molto rilevanti, nell’ordine di alcuni milioni di euro, in particolare fino a 6 milioni di spesa qualora attuati in sinergia tra più Reti Innovative Regionali e Distretti industriali e dovranno essere ultimati entro aprile 2027.

“Il bando promuove una forte collaborazione nella tematica della ricerca applicata tra le imprese, gli organismi di ricerca e, per la prima volta per le attività di ricerca e sviluppo, con gli istituti di credito quali nuovi attori impegnati nel sostenere finanziariamente la competitività delle imprese venete” conclude l’Ass. reg. Marcato.

La gestione finanziaria è stata affidata a Veneto Innovazione. Le domande potranno essere presentate in via telematica a partire dal 02/07/2024 ore 10:00 fino al 10/09/2024 ore 17:00.

Si rinvia per una lettura integrale con relativa modulistica al Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

Per supporto alle candidature è possibile rivolgersi a Confindustria Veneto SIAV: area.servizi@siav.net – 041 2517552.

La RIR IMPROVENET: intervista ad Alessandro Beghi

Come si è sviluppata la Rete e quali sono le prospettive future?

IMPROVENET sta seguendo un percorso di crescita molto regolare. Inizialmente costituitasi attorno a un nucleo di soci appartenenti al mondo della ricerca, del trasferimento tecnologico e, naturalmente, delle imprese e dei servizi ad alto contenuto di tecnologia, la rete si ampliata accogliendo negli anni nuovi soggetti. Altri ne sono usciti con motivazioni diverse ma sempre manifestando apprezzamento per quanto visto durante il periodo di partecipazione alla rete. Punto per me particolarmente qualificante è osservare come tutti i soggetti partecipanti alla rete abbiano pienamente “sposato” la visione che ha portato alla creazione di IMPROVENET, e che che si basa sulla definizione di obiettivi a medio/lungo termine legati alla condivisione di conoscenze e opportunità di crescita tramite azioni da intraprendere implementando diverse tipologie di partenariato strategico, per superare il noto limite del tessuto manifatturiero locale costituito dall’alto livello di frammentazione e dalla policentricità. Non intendiamo pertanto apportare modifiche sostanziali a un approccio che, secondo noi, si sta dimostrando vincente. Un obiettivo specifico che tuttavia intendiamo perseguire in modo particolare è la nostra proiezione oltre i confini nazionali, interfacciandoci anche con le recenti iniziative del PNRR che sono state avviate nella nostra regione (penso in particolare all’Ecosistema dell’Innovazione iNEST).

Quali sono i trend e le tecnologie che potranno maggiormente incidere nella filiera?

Sebbene si parli ormai ampiamente di Industria 5.0, una piena adozione delle tecnologie 4.0 richiederà ancora tempo e investimenti non trascurabili, pertanto sarà ancora tale trend a dominare nei prossimi anni nel settore manifatturiero. Penso alla robotica collaborativa, alle metodologie basate sull’Intelligenza Artificiale per l’analisi dei dati, al Digital twin di prodotto e processo, giusto per citarne alcune. Senza dubbio, la proiezione verso Industria 5.0, con la sua visione umano-centrica, porterà a un maggior interesse verso quelle tecnologie che segnano il passaggio verso una nuova generazione di interfacce uomo-macchina, per consentire quella sinergia collaborativa tra automazione e operatore umano che fortemente caratterizza tale contesto. In questo senso osserviamo ad esempio come già ora alcuni tra i maggiori player nel settore dei servizi e delle piattaforme informatiche stiano proponendo tool per coniugare il metaverso con il digital twin.

Un tema fortemente sostenuto dalla Regione è il collegamento con i cluster tecnologici nazionali. Qual è la sua opinione?

IMPROVENET è socia del CTN Fabbrica Intelligente, e partecipa regolarmente alle iniziative da questo proposte. Sono anche personalmente coinvolto nelle attività dei Gruppi Tematici Tecnico Scientifici, facendo parte dello Steering Committee del GTTS4: Sistemi di produzione ad alta efficienza. Il CTN è un organismo di fondamentale importanza per il settore manifatturiero avanzato e in particolare per il settore manifatturiero veneto, così fortemente caratterizzato dalla presenza di PMI. Tramite Fabbrica Intelligente, infatti, si ha una visione molto ampia dei prossimi sviluppi  tecnologici grazie alle attività di road mapping, ma, ancora più significativamente, si ottengono feedback dalle realtà europee (ad esempio, Manifatture EO e EFFRA) che sono molto difficilmente raggiungibili dalle singole aziende, in particolare quando di piccole dimensioni. Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare affinché il ruolo delle nostre aziende all’interno di Fabbrica Intelligente possa crescere, ma da entrambi i lati (RIR e CTN) vi è sicuramente la volontà di agire in tal senso.

Le Reti Innovative Regionali hanno superato la fase di avviamento e si stanno sempre più consolidando. Quali ritiene siano le strategie per consentire alle reti di cogliere sempre più le opportunità che derivano da fondi nazionali e soprattutto europei?

Le RIR fanno parte di un “ecosistema di ecosistemi” dell’innovazione: penso, ad esempio, oltre ai CTN, ai nuovi soggetti nati dalle iniziative del PNRR (Centri Nazionali ed Ecosistemi dell’Innovazione) e agli European Digital Innovation Hub. Tutti questi soggetti hanno, per mission e rilevanza, una forte proiezione verso le dimensioni nazionale ed europea. Bisogna approfittare di questo momento in cui finalmente si sta riconoscendo al networking e al clustering un ruolo fondamentale per alimentare una crescita che spesso viene soffocata da localismi che non trovano più ragion d’essere in un contesto così fortemente globalizzato. Credo pertanto che sia necessario proporsi a tali realtà come partner qualificati, come un anello fondamentale nella catena che lega il nostro territorio “naturale” a quelli più ampi in cui vogliamo giocare un ruolo sempre più rilevante. In questo senso, l’essere parte di una RIR fornisce garanzia di poter contare sia su esperienza nel “gioco di squadra”, sia di accesso a conoscenze e competenze di alto livello, grazie alla presenza di aziende ed enti di ricerca di particolare prestigio ed esperienza. Dobbiamo pertanto essere sempre più determinati nel presentarci come partner capaci di fornire importante valore aggiunto in iniziative di ampio respiro, siano queste nazionali o europee.

Il collegamento tra università e imprese può essere facilitato dall’inserimento di giovani altamente qualificati, anche con l’utilizzo di fondi PNRR: quali sono i vantaggi e quali sono i vincoli?

I giovani con profili professionali altamente qualificati sono il tramite per eccellenza per portare le nuove conoscenze e competenze nelle aziende del territorio. Purtroppo anche il Veneto, nonostante la presenza di importanti Università ed enti di formazione, soffre della poca disponibilità di figure formate nelle nuove tecnologie, e indubbiamente quello della formazione delle risorse umane, sia all’interno delle Università che tramite l’upskilling e il reskilling delle figure operanti nelle aziende, è un tema centrale da affrontare con urgenza per garantire che il nostro settore manifatturiero possa restare ai livelli di eccellenza attuali.  Quella fornita da alcune iniziative all’interno del PNRR è certamente un’occasione da non perdere, tuttavia tale piano, per quanto strategico e ambizioso, deve essere sostenuto ben oltre il suo orizzonte naturale perché le sue azioni abbiano un vero impatto strutturale nel paese. Se quindi vanno sfruttati i vantaggi da esso offerti (penso ad esempio al sostegno ai dottorati di ricerca industriali, o al reclutamento di giovani ricercatori su progetti di trasferimento tecnologico), bisogna poi sostenere e portare avanti le collaborazioni avviate ben oltre la durata del PNRR, perché si possa avere un effettivo impatto positivo sul territorio. Bisogna poi essere in grado di gestire i complessi vincoli operativi che sono legati alle iniziative PNRR, che talvolta costituiscono il vero fattore ostativo alla realizzazione di collaborazioni efficaci tra il mondo della ricerca pubblica e quello delle industrie.

Abbiamo di fronte un triennio in cui le Università del Veneto avranno a disposizione significative risorse del PNRR: come massimizzare l’impatto di questi investimenti?

Ripeto quanto detto più sopra: dobbiamo guardare ben oltre l’orizzonte temporale del PNRR per non correre il rischio che i fondi destinati a questa irripetibile iniziativa producano un impatto inferiore alle aspettative. In questo sono convinto che la Regione Veneto, anche grazie alla struttura delle RIR che questa lungimirantemente ha messo in campo, possa giocare un ruolo fondamentale per garantire il consolidamento dei risultati che si otterranno durante questo triennio, costruendo assieme a tutti i soggetti dell’innovazione operanti nel territorio iniziative specificatamente dedicate alla valorizzazione sul lungo periodo del nuovo patrimonio di conoscenze, competenze e (sperabilmente) infrastrutture che verrà a prodursi.